Per integrare una prospettiva concreta al nostro progetto sulla dipendenza digitale, abbiamo somministrato un questionario anonimo a un campione di 190 giovani, con un'età compresa tra i 13 e i 27 anni, prevalentemente ragazze tra i 20 e i 24 anni (60%).
L'indagine aveva diversi obiettivi: analizzare comportamenti a rischio legati all'uso dei social network, individuare profili emotivamente vulnerabili, valutare il livello di consapevolezza sui rischi percepiti e raccogliere spunti utili per progettare interventi educativi e politiche preventive più efficaci.

Modalità di utilizzo:
Dall'analisi dei dati raccolti emerge che la maggior parte degli intervistati trascorre una quantità significativa di tempo sui social media. Il 60% degli utenti ha dichiarato di utilizzare queste piattaforme per più di tre ore al giorno, un dato che evidenzia quanto i social siano diventati parte integrante della routine quotidiana, soprattutto tra i più giovani.
Solo una piccola parte del campione, pari al 2,6%, afferma di utilizzare i social per meno di un'ora al giorno, indicando una tendenza piuttosto rara a limitarne volontariamente l'uso.
Le piattaforme più utilizzate risultano essere Instagram, TikTok e WhatsApp, confermando il predominio dei social visivi e delle app di messaggistica immediata tra le abitudini digitali dei giovani
Impatto psicologico ed emotivo dell'utilizzo:
Ansia e disagio senza accesso ai social:
Il 62,6% degli intervistati ha dichiarato di provare ansia o disagio in assenza di accesso alle piattaforme, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di episodi sporadici ("qualche volta"). È interessante notare che, sebbene solo lo 0,5% riferisca di provare ansia sempre, questo dato, seppur basso, non va sottovalutato, poiché indica una possibile condizione di dipendenza più profonda e merita attenzione sul piano preventivo ed educativo.
Perdita di sonno o impegni:
Un dato preoccupante riguarda la gestione del tempo: il 28,9% dei partecipanti ha ammesso di trascurare spesso il sonno o altri impegni per restare sui social. Solo il 23,7% afferma di non avere problemi di questo tipo, segnalando una difficoltà diffusa nel mantenere un equilibrio tra vita online e offline.
Influenza sull'auto-percezione:
Il 33,3% degli intervistati riconosce che l'uso dei social condiziona almeno in parte l'immagine di sé, mentre un 10,6% dichiara di percepire un impatto significativo. Questo dato suggerisce un legame diretto tra contenuti digitali e autostima, soprattutto nei più giovani.
Emozioni negative dopo l'uso:
Circa un terzo degli utenti (34,2%) ha riferito di aver provato solitudine o inadeguatezza dopo aver utilizzato i social. Anche se il 65,8% non ha riportato esperienze negative, è possibile che una parte degli effetti venga sottovalutata o non riconosciuta.
Uso dei social per gestire lo stress:
Il 57,4% dichiara di utilizzare i social come strumento di evasione o consolazione nei momenti di stress o tristezza. Questo comportamento, se abituale, può diventare un meccanismo di coping disfunzionale, aumentando il rischio di dipendenza.
Cyberbullismo:
La maggior parte del campione (95,3%) non ha mai subito episodi di cyberbullismo, ma un 4,7% ha dichiarato di esserne stato vittima. Sebbene la percentuale sia contenuta, il fenomeno resta rilevante e meritevole di attenzione, soprattutto per l'impatto emotivo che può avere sulle vittime.
Percezione del ruolo delle istituzioni educative:
Percezione dell'educazione ai rischi digitali
I dati raccolti mostrano una percezione piuttosto debole del ruolo educativo nella prevenzione della dipendenza da social. Il 24,4% degli intervistati ha dichiarato di aver ricevuto solo informazioni superficiali, mentre un altro 24,2% ha affermato che il tema non è mai stato trattato seriamente. Questi numeri mettono in evidenza una mancanza di interventi strutturati e approfonditi, soprattutto in ambito scolastico e familiare.
Soluzioni preferite dai giovani
Alla domanda su quali interventi ritenessero più efficaci per contrastare l'abuso dei social, i giovani hanno indicato con maggiore frequenza l'attivazione di sportelli psicologici gratuiti (36,8%), seguiti dalla proposta di limitazioni orarie integrate direttamente nelle app (27,4%). Il 23,2% ritiene importanti interventi educativi nelle scuole, mentre solo un 5,8% ha indicato le campagne informative come risposta preferita. Questi dati evidenziano il desiderio di supporto concreto e personalizzato, piuttosto che soluzioni generiche o troppo teoriche.
In fine è stato chiesto di proporre una misura concreta per la prevenzione del fenomeno e le risposte al questionario hanno evidenziato una varietà di punti di vista e proposte, mostrando come il tema della dipendenza da social sia vissuto in modo personale e sfaccettato.

Dai dati quantitativi emerge che la soluzione più richiesta è l'accesso gratuito a supporto psicologico (36,8%), seguita da limitazioni orarie integrate nelle app (27,4%) e da programmi educativi nelle scuole (23,2%). Solo una piccola parte (5,8%) ha indicato come prioritarie le campagne informative sui rischi del digitale.
Abbiamo ricevuto anche molte proposte individuali interessanti, come:
vietare l'uso dei cellulari a scuola per favorire la concentrazione e la socializzazione,
inasprire le conseguenze per chi compie atti di cyberbullismo,
eliminare contenuti altamente assuefacenti come shorts e reels,
offrire agli utenti un maggiore controllo sull'esperienza digitale (es. rimuovere o personalizzare certi contenuti),
promuovere, attraverso famiglia e istituzioni, una cultura che dia più valore alle esperienze reali rispetto a quelle virtuali.
In conclusione vediamo che i dati raccolti mostrano come l'uso dei social media sia diventato una parte integrante della quotidianità dei giovani, spesso utilizzati per gestire emozioni come stress o solitudine. Tuttavia, questo rifugio digitale può trasformarsi in un meccanismo disfunzionale, contribuendo a un malessere più profondo.
Dalla nostra analisi emerge una normalizzazione dei segnali di dipendenza e una certa inconsapevolezza dei rischi reali, a cui si accompagna una forte richiesta di supporto: non solo informazione, ma strumenti concreti come sportelli psicologici, percorsi educativi e un maggiore coinvolgimento delle istituzioni.
La dipendenza dai social, quindi, non è solo una questione personale, ma una sfida collettiva. Solo con un impegno condiviso tra famiglia, scuola e piattaforme digitali sarà possibile promuovere un uso più consapevole e sano delle tecnologie, a tutela del benessere delle nuove generazioni.
Di seguito lasciamo il link al questionario, aperto a nuove compilazioni, per ampliare il nostro studio e raccogliere ulteriori contributi utili alla ricerca: COMPILA QUESTIONARIO